giovedì 19 febbraio 2015

Nique La Police




Tutto in questo video mi ricorda la Polonia. Ed è stato ciò che mi ha ispirato a scrivere quello che sto per scrivere.

Mi ricordo di noi piccoli, tornavamo a casa da scuola, pranzavamo al volo, e c'erano già altri amici che citofonavano da sotto e la nonna che urlava "non hai nemmeno finito di mangiare". Dunque scendevamo a giocare con tutti gli altri e c'era sempre quella persona, che magari aveva 16 anni, ma ai nostri occhi era ormai adulta, che metteva l'hip hop a palla aprendo le finestre. Eravamo sempre così pieni di ammirazione nei confronti di quella persona, che spesso doveva fare i conti con la polizia che arrivava 8 volte su 10. 
Mi ricordo di noi piccoli che andavamo dietro il nostro palazzone, dove si trovava una scuola media e pomeriggio vedevamo i ragazzi giocare a basket con accanto il loro ghettoblaster. Vestiti larghi,così alti. Ci affascinavano e spaventavano allo stesso tempo, e allora li spiavamo da dietro un salice piangente che c'era davanti, di cui i rami usavamo come altalena (povero albero!) e forse, segretamente speravamo pure di far colpo. E l'emozione, quando uno di loro ci prestava la minima attenzione, anche il solo "ou passami il pallone", quando la palla andava verso di noi, per noi era motivo di vanto per settimane, perchè uno più grande ci aveva notato!
Mi ricordo di noi piccoli, che ci vedevamo ogni giorno, seduti su una panchina ci raccontavamo dei problemi che in quel periodo avevamo in casa, e magari quello che stava meglio portava fuori uno spuntino dolce, da dividere con tutti quelli che stavano peggio, soprattutto con quello di cui i genitori non potevano permettersi il pane, figuriamoci i dolci. Non scorderò mai il sapore di quella crepes con la ricotta dolce dentro, tagliata in tanti pezzi, per farla bastare a tutti, e fu la migliore che io abbia mai mangiato!
Mi ricordo di noi da piccoli, che davanti al palazzone avevamo una collina con dei cespugli sopra i quali crescevano dei fiori gialli, bruttini e pure puzzolenti, li strappavamo creando una specie di bouquet e li vendevamo ai passanti come dei veri imprenditori. E ci pagavano coi soldi veri! Pochi, era una cifra simbolica ovviamente però a fine "giornata" del lavoro da noi inventato, potevamo permetterci un sacchetto di caramelle da mangiare insieme.
Mi ricordo di noi da piccoli, che raramente stavamo a casa, ma quando eravamo costretti, bussavamo all'amica e la invitavamo da noi, aprivamo la radio e cercavamo i pezzi che più ci piacevano e li registravamo sulla cassetta, riascoltandoli mille volte, studiando le coreografie, finendo per litigare perchè: "tu l'ultima volta hai fatto la cantante donna e io l'uomo, ora tocca a te fare l'uomo".
Mi ricordo di noi da piccoli, che giocavamo fino allo sfinimento, e quando ci facevamo male, mica tornavamo a casa, no, questo mai, si rischiava troppo, si rischiava di restare a casa. E poi la vergogna, quando i tuoi amici potevano stare fuori fino alle 20.30 e tua nonna ti chiamava urlando il tuo nome dalla finestra alle 20.


Io dietro il palazzone in cui vivevo, davanti a quella famosa scuola media.


Tutti e tre mi hanno chiesto se potevo diventare la loro fidanzata, quindi...


Nel mio posto preferito, skatepark.







Pochi giorni fa abbiamo festeggiato il San Valentino e io mi rendo conto, che la cosa che più amo al mondo è il mio paese: La Polonia. E' un amore puro, che auguro a tutti, è un amore magari non reciproco, perchè sono stata costretta ad andare via, ma è il più puro. Dareì veramente tanto per rivivere ancora la mia infanzia, che nonostante non fosse tra le più equilibrate, era magica ugualmente e non la scambierei con nessun altra. Era piena di avventure quotidiane, emozioni umane, fatiche, idee, immaginazione, compagnia. Quando sono nel mio paese, torno la bambina che ero, e quando sono in Italia cerco disperatamente quella bambina e quella spensieratezza, anche se quella ricerca spesso sfocia in frustrazioni...